26 febbraio 2009

Riapriamo il caso 9/11

Il 9 Settembre 2001 è una data indimenticabile ovunque al mondo. E' stata la svolta per iniziare nuove guerre per soddisfare l'economia (delle armi, del petrolio, delle infrastrutture, della ricostruzione, etc...) degli USA.
Molte sono state, e continuano ad essere le perplessità, i dubbi, ed infine la quasi certezza del coinvolgimento dell'amministrazione Bush negli attacchi "terroristici" alle torri e al pentagono.
Una organizzazione in particolare, tra molte altre, continua a denunciare le verità occultate, ancora oggi, sui reali avvenimenti che portarono all'attacco:

REOPEN 911.ORG

Qui un sito sulla domanda della foto.

Un post di Lunedì 23 Febbraio di un amico blogger Al Godar, risolleva questi interrogativi:

Noi cubani siamo abbastanza sospettosi a credere nelle cospirazioni.
La prima cospirazione che ricordo è quella degli inizi del '59 che diceva che Fidel era comunista. Certo, in seguito ci hanno spiegato che era una voce mal intenzionata. Solo nel '61 siamo venuti a saper che era certo.
Per questo oggi prendo sempre le cospirazioni con una certa incredulità, per senza negarmi la possibilità di considerarle.
Ad esempio: la notizia che afferma che gli edifici del WTC sono stati abbattuti con esplosivo.
Non ho nessuna idea sul come, quando, chi e perchè posero dell'esplosivo (anche se esistono dei sospetti), però mi piacerebbe sapere come, ad esempio, si possa spiegare: la cinetica di caduta libera. Sembra che i piani inferiori non opposero nessuna resistenza. Il volume della nube dei gas. Sembra esagerato per essere prodotto solo dalla caduta delle torri. Sembra che nessun altro grattacielo si sia imploso così elegantemente a casua di un incendio.
Chi è interessato a questo tema raccomando questo sito, tra i molti altri.

24 febbraio 2009

Re-immaginare il futuro, 2009

di Jordan Kraemer da Smart Mobs

Per il 100° anniversario del Futurismo, Eric Paulos (professore di HCI e Ubiquitous Computing presso la Carnegie Mellon) delinea una visione per la progettazione della tecnologia, illustrandola come sempre più partecipativa e rilevante nelle preoccupazioni sociali contemporanee. Paulos sottolinea come la progettazione dei computer slitti, grazie al suo più facile uso, da scopi unicamente professionali a creativi amatoriali, artisti, hacker che hanno influenzato l'uso della tecnologia in modi imprevisti.

In particolare enfatizza la necessità di ridisegnare il goal della tecnologia, esortandoci a rivedere le nuove tecnologie in termini di utilità e pertinenza sull'usabilità ed efficenza, che è ciò che conta:

Accecati dalla nostra ricerca per "tecnologie intelligenti" ci siamo dimenticati di contemplare la progettazione delle tecnologie in modo da ispirarci per essere più intelligenti, più curiosi e più inquisitivi. Dobbiamo ripensare l'impatto che vogliamo avere in questo momento storico nella cultura digitale.

Dobbiamo scegliere di partecipare e magari condurre un dialogo che preannuncia nuove pratiche per consentire la partecipazione alla progettazione sia di "esperti" che di "non-esperti". Siamo nel mezzo dello sviluppo dell' "esperto amatoriale".

Paulos ci incita a riflettere sulle nuove tecnologie e i media sociali affinchè si possano favorire nuove forme di partecipazione, in particolare in ambito di impatto sociale e politico:

In ogni caso la stessa pratica culturale instillata nella tecnologia digitale, caratterizzata dalla comunicazione aperta, decentralizzazione dell'autorità, libertà di condividere, partecipazione pubblica, sarà il fulcro centrale per nuove soluzioni. Chi saranno i primi leaders che contribuiranno nella soluzione delle sfide del futuro? non gli scienziati e ingegneri delle generazioni passate, non gli attuali ricercatori delle tecnologie digitali, ma "chiunque", tu, io, tutti noi cittadini quotidiani del nostro mondo.

Paulos solleva molti aspetti positivi, in particolare sui valori e gli obiettivi che hanno guidato lo sviluppo delle nuove tecnolgie, come l'usabilità e la produttività. Inoltre dobbiamo considerare come il mondo sia in gioco nelle previsioni del futuro del computer, tenendo presente che l'accesso alle tecnologie resta un miraggio nella maggior parte del mondo. Dopo tutto, chi determinerà ciò che conta?

16 febbraio 2009

Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione fanno bene ai Diritti Umani

Il blog vs il Grande Fratello: le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e i Diritti Umani: 1980-2005

Carta preparata per l' International Studies Association (ISA), incontro annuale a New York, a Febbraio 15–18, 2009.
Di Lucía Liste Muñoz, Complutense University di Madrid, Spagna & Indra de Soysa, Professore di Scienze Politiche, Norwegian University della Scienza, PRIO, Norve
gia e della Tecnologia (NTNU) & il Centro per gli Studi della Guerra Civile, Norvegia.

Le tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ITCs) marcano l'attuale ondata di globalizzazione. Gli scettici della globalizzazione, in particolare i neo-marxisti, suggeriscono che la nuova tecnologia sia pericolosa per i governi a scapito della gente comune, che porta allo sfruttamento e all'insoddisfazione sociale.

Altri suggeriscono che le nuove tecnologie daranno maggior potere alle persone a spese dello Stato, miglioreranno i diritti umani e la giusìtizia sociale aumentando i costi del controllo da parte di quei governanti predatori.

I risultati suggeriscono che le nuove ITCs, in particolare l'accesso a internet, ha effetti benefici per i diritti umani al netto di una serie di controlli al momento della valutazione degli effetti nei confronti delle vecchie tecnologie.
I nostri risultati sono robusti per una serie di diversi controlli, i metodi di prova, e per l'inclusione delle tendenze temporali come una variabile separata.

I risultati considerati nel loro insieme non forniscono motivi di preoccupazione che le nuove tecnologie soffochino i diritti umani e sviluppo sociale, smobilitando il dissenso.

Per saperne di più ecco il post da irevolution

3 febbraio 2009

Tecnologia e ideologia

da elearnspace

A mio avviso, la tecnologia è intrisa di ideologia. La tecnologia non è neutrale. Un sistema di gestione dell'apprendimeto riflette una certa visione dei progettisti del sistema stesso. Anche Second Life lo fa. Gli strumenti di Social bookmarking lo fanno. (vedi la tendenza?).

La tecnologia è spesso pensata come "qualcosa che è accaduto negli ultimi decenni" o, (come dice Alan Key): "La tecnologia include i libri, la carta, le matite, anche le istituzioni. Questo ' il motivo per il quale ho trovato interessante questa discussione sul campus:

Prima proposta: il campus, come il computer, è una tecnologia, una tecnologia di istruzione.

Seconda proposta: ci sono molti studenti per i quali l'aula e il "prendere note" sono una cattiva istruzione tecnologica, e chi non impara molto in una classe convenzionale.

Terza proposta: il campus è una tecnologia per l'istruzione molto costosa.